Stop a nuovi vigneti, necessario per proteggere aziende e prodotto

Gli investimenti sull’Orvieto vanno protetti e valorizzati. Un prospettiva concreta quella che emerge in seguito alla decisione della Regione Umbria di acconsentire al blocco, per due anni, all’impianto di nuovi vigneti per la produzione di vino Orvieto Doc e Orvieto Classico. Scelta venuta dalla richiesta fatta nell’autunno dello scorso anno dal Consorzio di Tutela del Vino di Orvieto.

“Una decisone indispensabile” l’avevano definita dagli organi di rappresentanza del Consorzio Tutela Vini Orvieto che hanno scelto di ricorrere a quanto previsto dalle leggi in materia di limitazione degli impianti di nuovi vigenti. La decisione proposta dal CdA e poi confermata all’unanimità dall’Assemblea, rientra in una politica di salvaguardia della Doc Orvieto che il Consorzio ha perseguito negli ultimi anni, volta ad equilibrare la produzione con la richiesta di mercato.

“Si tratta di un provvedimento promosso dal Consorzio del Vino e che ha trovato il sostegno della maggioranza quasi totale dei produttori – sottolinea il presidente nazionale di Assoenologi, nonché presidente del comitato scientifico del Consorzio, Riccardo Cotarella – Una decisione che va nella direzione di proteggere e valorizzare il lavoro di chi in questi anni ha investito sui vigneti, ma anche tutelare quanti vorrebbero impinatare nuovi vigneti non rendendosi conto delle difficoltà che si troverebbero ad affrontare”. Altrettanto, Riccardo Cotarella ricorda quanto sia stata determinante, in termini produttivi e di riconoscimento del valore del vino, lo stesso percorso di limitazione che anni addietro hanno intrapreso alcune delle più importanti Doc italiane.

Da sottolineare come il Consorzio Tutela Vini Orvieto, soprattutto in momenti particolari di tutte le denominazioni storiche italiane come quello attuale, deve farsi promotore di azioni lungimiranti che salvaguardino la qualità e l’immagine dell’Orvieto Doc. L’appello è quello di un coinvolgimento e unità di intenti del mondo del vino orvietano nell’imboccare un percorso virtuoso, evitando con determinazione quanto avvenuto in Umbria e in altri territori Italiani.

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